Nel pensiero comune, la saliva è spesso percepita come un fluido marginale, legato più al comfort della cavità orale che a un reale valore clinico. Tuttavia, l’evoluzione delle tecnologie analitiche e il progresso nella medicina sistemica hanno ridefinito completamente il suo ruolo, trasformandola in un bioliquido strategico, capace di offrire informazioni dettagliate sullo stato di salute dell’intero organismo.
Non si tratta più solo di una “testimonianza” della salute dentale: oggi la saliva è considerata un vero e proprio laboratorio biochimico attivo, utile nella diagnosi precoce, nel monitoraggio di patologie croniche e nella valutazione dell’efficacia terapeutica.
Perché la saliva è così interessante?
La saliva è un fluido biologico prodotto da diverse ghiandole (parotidi, sottomandibolari, sottolinguali, e minori), e riflette una combinazione di segnali derivanti dal sistema nervoso, immunitario, endocrino e infiammatorio.
A differenza del sangue, è facile da prelevare, non richiede operatori sanitari per la raccolta e non comporta rischio biologico rilevante. Questa semplicità, unita alla ricchezza informativa, la rende ideale per screening di massa, per diagnosi in ambito domiciliare e per approcci di medicina predittiva e personalizzata.
Cosa contiene la saliva?
La composizione della saliva è straordinariamente complessa e dinamica. Oltre all’acqua, che rappresenta oltre il 99% del volume, troviamo:
- Elettroliti come calcio, sodio, potassio, bicarbonato
- Enzimi digestivi e antimicrobici (amilasi, lipasi, perossidasi)
- Immunoglobuline, in particolare IgA secretorie
- Proteine ad attività antinfiammatoria
- Ormoni: cortisolo, testosterone, estrogeni
- Citochine infiammatorie: IL-6, IL-1β, TNF-α
- RNA e microRNA
- Metaboliti del microbiota orale
In pratica, la saliva può essere vista come un concentrato accessibile di segnali molecolari, strettamente correlati a ciò che accade nel resto dell’organismo.
Saliva e diagnosi: quali biomarcatori ci interessano?
I biomarcatori salivari sono sostanze misurabili che indicano un processo fisiologico o patologico in corso. Ecco alcuni tra i più studiati:
- MMP-8 e MMP-9: proteasi legate alla distruzione del tessuto parodontale → marker di attività infiammatoria in parodontite.
- IL-1β, IL-6, TNF-α: indicano la presenza di infiammazione cronica sistemica, utili in pazienti con sospetta sindrome metabolica, diabete, patologie cardiovascolari.
- HbA1c salivare: utile per valutare il controllo glicemico nei diabetici, con affidabilità crescente.
- Cortisolo salivare: valutazione dello stress cronico, disfunzioni surrenaliche, burnout.
- microRNA salivari: impiegati nella ricerca oncologica, neurodegenerativa e per la diagnosi precoce di Alzheimer.
Dove trova applicazione clinica?
In odontoiatria
La saliva rappresenta una svolta per la diagnostica parodontale. I test salivari (enzimatici o immunoassorbenti) permettono di:
- Distinguere tra malattia attiva e passiva
- Monitorare l’efficacia della terapia non chirurgica
- Identificare i pazienti a rischio di recidiva
In medicina generale
Studi clinici dimostrano che i biomarcatori salivari possono riflettere condizioni sistemiche come:
- Diabete di tipo 2
- Sindrome metabolica
- Infiammazione cronica sistemica
- Malattie neurodegenerative
- Tumori orofaringei o gastrointestinali
- Patologie endocrine e ginecologiche (monitoraggio ormonale)
Inoltre, la saliva può essere usata per rilevare infezioni virali (es. HIV, SARS-CoV-2, HPV), con kit point-of-care non invasivi.
Evidenze scientifiche
Salivary biomarkers: toward future clinical and diagnostic utilities
Yoshizawa et al., Clin Microbiol Rev, 2013
Current developments in salivary diagnostics
Miller & Foley, Biomark Med, 2010
Conclusione
La biochimica della saliva ha ormai superato i confini della ricerca per entrare nella pratica clinica quotidiana.
La possibilità di rilevare infiammazione, disfunzioni ormonali, alterazioni metaboliche e segnali di rischio sistemico con un semplice test salivare rappresenta una delle innovazioni più accessibili e promettenti nella medicina moderna.
Per il clinico, imparare a leggere la saliva significa leggere il corpo, e farlo in modo precoce, non invasivo e personalizzato.